Bracciale tipo Felsina

Andiamo nell’antica Felsina con questo bracciale a protomi femminili direttamente ispirato ad una coppia di armille o fermatrecce in oro della tomba 78 della necropoli di Via delle Belle Arti a Bologna (in foto).

210,00 

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Scheda Archeologica

I reperti a cui è ispirato il bracciale sono in oro e argento dorato e provengono da Bologna/Felsina,  tomba 78 della necropoli di Via delle Belle Arti e  tombe 14, 199 e 204 della necropoli dei Giardini Margherita

La ricca necropoli all’angolo tra via Castagnoli e via Belle Arti, è stata scavata tra il 2002 e d 2005 e comprende circa 170 tombe datate tra VIII e VII sec. a. C.. Per la presenza di particolari condizioni ambientali, alcune tombe hanno mantenuto le componenti organiche del corredo come mobilio e vasellame in legno e cestini di vimini. La tomba 78 datata alla fine del VII sec.a.C. ha restituito un corredo molto ricco che comprendeva oltre ai due braccialetti in oro citati anche una fibula in oro ad arco ribassato e pettini in bronzo e in osso forse riferibili ad attività tessili. Sebbene i reperti e gli studi sulla necropoli siano ancora inediti ci è noto che sia gli ornamenti connessi all’abbigliamento sia gli elementi di composizione del corredo la denotano come sepoltura di un personaggio femminile eminente di altissimo rango.

A partire dall’Orientalizzante Medio in alcuni dei corredi più significativi delle dominae felsinee si rileva la presenza di protomi femminili raffigurate su oggetti rari e preziosi tra cui le placchette d’argento dorato della tomba II Aureli dell’Orientalizzante recente con teste femminili di prospetto, oppure la fibula con protome femminile con polos in ambra della tomba 26 di Piazza Azzarita.

I bracciali sono formati da un doppio filo avvolto con terminazioni su cui sono state saldate due protomi femminili derivanti dallo stesso modello. Il volto ovale e allungato è caratterizzato da una fronte bassa, un mento arrotondato e tratti lievemente rilevati: le labbra sottili appena socchiuse, un naso anch’esso sottile che in alto dalla fronte e lateralmente prosegue in due ampie arcate sopraccigliari semicircolari al cui interno ci sono i grandi occhi amigdaloidi. La capigliatura è descritta da due bande di capelli a onde marcate da sottili linee, separate da una scriminatura centrale. Simili raffigurazioni ricorrono su monili in ambra intagliata di VII-VI sec.a.C. in Etruria Padana. Questi oggetti manifestano l’assimilazione da parte di maestranze locali di modelli iconografici orientalizzanti nel trattamento della capigliatura e dei tratti del volto mediati dai centri dell’Etruria propria e dell’Etruria settentrionale. Questa fase storica è appunto definita Orientalizzante per l’influenza dei modelli artistici egittizzanti sulle correnti artistiche locali ancora legate alla tradizione villanoviana.

Nunzia Laura Saldalamacchia

Materiali e Tecnica

II gioielli sono in argento italiano 925 rodiato/placcato d’oro 18 Kt

La lavorazione nasce da un modello in cera delle protomi femminili realizzato a mano e trasformato in metallo mediante l’antica tecnica della fusione a cera persa. Gli oggetti ottenuti dalla fusione vengono poi rifiniti e lucidati a mano. Il bracciale è formato da due fili saldati l’uno all’altro e curvato a mano. La lavorazione termina con lucidatura e la rodiatura/doratura.

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