
L’esempio del bracciale presentato è ispirato alla ceramica impressa su cui ci ha offerto un approfondimento l’archeologo dott. Umberto Lizzi
Le ceramiche impresse arcaiche giunsero in Italia attraverso le Tremiti, durante la prima fase della neolitizzazione, intorno al 6000 a.C. circa. Dal Sud-Est della penisola, queste genti portatrici di ceramica impressa si diffusero nel resto della penisola e delle isole risalendo verso nord e nelle regioni padano-alpine si incontreranno con genti provenienti dal nord e portatrici di ceramica decorata con linee incise. Questa ceramica è distinguibile in due classi: la grossolana e la fine. La ceramica grossolana è realizzata al colombino, ha superficie non trattate e viene usata per forme di medio-grandi dimensioni, per la maggior parte chiuse, con piede sagomato o a “tacco” e con funzioni di stoccaggio e trasporto. La ceramica fine è realizzata per pressione con impasti parzialmente depurati e superfici trattate e viene usata per forme di piccole e medie dimensioni, spesso aperte, per il consumo di cibi.
La decorazione, impressa e incisa, può essere eseguita con digitazioni, unghiate, pizzicature, motivi impressi con conchiglie a bordo dentellato (Cardium) o liscio (Pectunculus) o con punte oppure tramite pintaderas. I frammenti scelti sono invece caratterizzati da decorazione a rocker, impressioni a conchiglia e pittura organizzata in bande sotto l’orlo, motivi a spina di pesce, motivi triangolari e linee disordinate.
Biblio: Archeologia del Neolitico. L’Italia tra sesto e quarto millennio a.C. di Pessina A., Tinè V., 2019 Cremonesi G. Il villaggio di Ripoli alla luce dei recenti scavi in Rivista di Scienze Preistoriche, XX, 1965 Cremonesi G, Grifoni Cremonesi R., Radi G., Tozzi C., Nicolis F., L’Italia centrale, in Guilaine, 1998
Umberto Lizzi
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