Argo: rhyton a testa di cane

𝘼𝙧𝙜𝙤: 𝘼𝙢𝙤𝙧𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙡’𝘼𝙧𝙘𝙝𝙚𝙤𝙡𝙤𝙜𝙞𝙖 𝙚 𝘼𝙢𝙤𝙧𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙞 𝙘𝙖𝙣𝙞 𝙪𝙣𝙞𝙩𝙞 𝙞𝙣 𝙪𝙣 𝙜𝙞𝙤𝙞𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙙𝙚𝙙𝙞𝙘𝙖𝙩𝙤 𝙖𝙡 𝙢𝙞𝙩𝙞𝙘𝙤 𝙘𝙖𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙐𝙡𝙞𝙨𝙨𝙚 🐾🏺

La collana è ispirata al famoso rhyton attribuito al ceramista Brygos e al pittore anonimo legato alla sua bottega. Il vaso datato al 480 a.C. proviene da Falerii ed è conservato al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Naturalmente la sua particolarità è nella dettagliata riproduzione della testa di un levriero. La miniatura in argento pieno Nymphè è associata ad una lamina incisa con una citazione dell’Odissea in cui si parla del più famoso cane dell’antichità Argo: il primo a riconoscere il suo amato padrone Ulisse.
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Scheda Archeologica

📚L’approfondimento della filologa dott.ssa Chiara Piedisacco che ringrazio di cuore per l’ispirazione e la collaborazione.

“I rhyton erano vasi usati per attingere il vino direttamente dal cratere e spesso avevano forma di testa di cane e di uomo. Tra i teriomorfi il più bello proviene dalla tomba LX della necropoli di Celle, a Falerii Veteres, oggi Civita Castellana, ed é conservato al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Si tratta di un rhyton a figure rosse di produzione attica, in terracotta e ascrivibile agli anni intorno 480 a.C. Rappresenta un levriero con dettagli espressivi finissimi come le pieghe della pelle intorno agli occhi che donano intensità e carattere allo sguardo, e addirittura i baffi in rosso. Pensato per essere poggiato sul lato opposto rispetto al punto di osservazione e dunque sulla testa del cane, faceva parte di un corredo funebre, perciò rappresentava un oggetto di particolare importanza per il defunto e l’augurio di continuare i piaceri del banchetto nell’aldilà. Non a caso, il fregio che decora il collo rimanda ad un simposio: tre uomini e oggetti tipici del contesto, nacchere, lire e crateri. Il pezzo non è firmato ma viene ricondotto al ceramista Brygos e al pittore anonimo legato alla sua bottega.

 

Usati per la guardia, per la caccia o come semplici compagni d’affezione, i cani erano amati nell’antichità, al punto che Senofonte dedica loro una sua opera, il Kynegetikos, ma sicuramente il cane più celebre della letteratura antica è Argo, il cane di Ulisse ricordato da Omero nel XVII canto dell’Odissea (Odissea XVII 300 e ss.). Il fedele compagno lo aspetta per venti lunghissimi anni a Itaca ed è il primo a riconoscere l’eroe. Il loro incontro è fortemente drammatico, Ulisse non riesce a trattenere le lacrime e Argo, giunto ad estrema vecchiezza, morirà poco dopo.”
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BIBLIOGRAFIA
G. DENNIS, in Journal of the British and American archaeology Society of Rome, 1888-1889, p.162
P. DUCATI, Storia della ceramica Greca, Firenze 1922, pp. 516 ss.
E. PULVIRENTI, Un boccale come una scultura, 2016, didatticarte.it
P. DUCATI, Brevi osservazioni sul ceramista attico Brigo, Bologna 1904
J.D. BEAZLEY, Brygan Symposia, in Studies presented to D. Robinson, II, Saint Louis 1953
R. GRENIER, Le lacrime di Ulisse, Roma 2003

 

Materiali e Tecnica

Il gioiello è in argento italiano 925 rodiato

Il prototipi è stati realizzato sulla base di disegni digitali eseguiti sulla base del confronto tra diverse foto del reperto originale ossia il famoso rhyton da Falerii. Dopodiché i disegni sono stati rielaborati per la stampa 3D. I prodotti stampati in resina sono stati usati per la lavorazione di calchi in gomma dai quali trarre le cere. I modellini in cera vengono fusi in metallo secondo l’antica tecnica della fusione a cera persa. I prodotti di fusione vengono rifiniti a mano, segue la saldatura di altre parti e la lucidatura. La lavorazione termina con la rodiatura o la doratura. Sul collo del cane infine è stato inciso al laser un disegno dedotto dalle immagini del reperto che raffigura una figura stesa che regge una lira. La citazione di Omero è stata incisa su una lamina in argento italiano 925 di spessore 1 mm ritagliata sempre tramite laser e montata in una catenina rolò da 60 cm di lunghezza.

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