
Le ricche dame dell’età del ferro sono spesso interpretate come dominae, principesse e sacerdotesse. In molti casi si unificano nella stessa persona i ruoli di rappresentante del ceto egemone, di padrona di casa, di amministratrice di alcuni culti e di concelebrante di rituali sacri. I due ruoli principali che ciascuna donna era destinata ad assolvere sono senza dubbio quello di moglie e di madre. A partire dalle fasi più antiche della prima età oltre a questo, è appurato l’impegno delle donne nelle attività tessili. Nelle tombe femminili si rinvengono utensili per la filatura e la tessitura come i rocchetti, le fusaiole, fusi, conocchie, pesi da telaio, aghi e parti di strumenti per la tessitura a tavolette. Questi utensili costituiscono il principale indicatore di genere delle sepolture muliebri.
Dall’analisi comparata dei corredi femminili dei maggiori centri etruschi emerge una differenziazione sociale tra donne filatrice e tessitrici. La padrona si dedica alla tessitura che è anche la fase più creativa mentre le ancelle si occupano della filatura agli ordini della domina.
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