Artemis Orthia

“Salve, figliuola di Giove,
di Lato dal fulgido crine.
Io mi ricorderò d’esaltarti
in un canto novello”.
Questi sono gli ultimi versi dell’Inno omerico ad ARTEMIDE incisi sul retro di questo pendente in pieno stile orientalizzante Nymphè. Ho realizzato un disegno dettagliato basato su una placca d’avorio datata al 740 a.C. rinvenuta presso il santuario di Artemide Orthia di Sparta.

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Scheda Archeologica

Il santuario di Artemide Orthia è posto sulla riva destra dell’Eurota a SE della moderna città di Sparta nella località detta di Limnae e, dunque, ai confini della città antica. Nonostante la cronologia sia ancora molto dibattuta, Dawkins data la prima fase di frequentazione dell’area al X sec a.C. e abbiamo prova di una continuità del culto senza interruzioni fino all’arrivo di Alarico nel 396 d.C. Ha resistito, dunque, molti secoli ai numerosi cambiamenti e sconvolgimenti storici incluso l’arrivo del cristianesimo.

I ritrovamenti all’interno del sito hanno contribuito alla conoscenza del gusto artistico spartano. In particolare famose sono le maschere rinvenute, appartenenti al VII sec a.C. , che subiscono numerose modifiche nel corso del tempo fino a scomparire nelle fasi più recenti del culto .Rilevante anche la presenza di avori pertinenti a fibule rappresentanti la dea e il consorte in uno stile tipico orientale dell’VIII-VII sec a.C. che testimoniano, se non una vera e propria importazione del culto, lo scambio culturale tra Sparta e le città dell’oriente: anche le maschere, d’altronde, erano tipiche di riti orientali.

Il santuario è dedicato alla dea Orthia: dea dei confini, del selvaggio e del civile, protettrice della età giovanile e dell’età più adulta, dea ossimorica, bivalente, associata solo in Età Flavia ad Artemide per l’affinità delle funzioni a cui alcuni studiosi aggiungono la funzione di dea protettrice delle partorienti e della fertilità. Sappiamo ancora poco della dea ma certamente aveva un ruolo importantissimo e centrale nella società spartana e nella sua agoghè.

 

Dott.ssa Mariapia Bartoli

Materiali e Tecnica

I gioielli sono in argento italiano 925 platinato

Il prototipo nasce da un disegno a mano ispirato alle immagini del reperto originale. La lamina d’argento è stata ritagliata e incisa con seghetto e laser sulla base del disegno.

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