Approfondimento della dott.ssa Chiara Bartolucci
Marsiliana d’Albegna sorse alla confluenza tra i fiumi Albegna ed Elsa, nel territorio vulcente settentrionale. Non si conosce la collocazione dell’insediamento, mentre sono ben documentate le
ricche sepolture collocate nelle vicine aree collinari (Poggio Petricci, Banditella, Perazzeta e Macchiabuia). Il centro, sotto il controllo del centro eponimo di Vulci, ebbe vita breve (dalla fine
dell’VIII agli inizi del VI sec. a.C.), a causa della rivalità proprio con quest’ultima. La prosperità raggiunta da Marsiliana data dalla posizione e dai traffici commerciali fu il motivo della distruzione del centro stesso.
I circoli funerari di età orientalizzante accolgono produzioni etrusco meridionali ed etrusco- settentrionali insieme ad importazioni orientali. Le tombe che spiccano per ricchezza, tra le quali si ricorda proprio quella di Perazzeta, sono la testimonianza della presenza di una opulenta èlites aristocratica in grado di ostentare la propria prosperità tramite il corredo funerario.
Dal circolo di Perazzeta proviene una fibbia in bronzo riccamente decorata, che trova riscontri sul tema dalla stessa necropoli e dalle sepolture vetuloniesi.
La fibbia è realizzata secondo la tecnica a fusione ed è caratterizzata da un’importante decorazione plastica. La fibbia è stata prodotta mediante una barra rotonda con briglia rettangolare rinforzata da una traversa piatta. Sulla traversa sono state inserite cinque piccole protomi umane stilizzate insieme ad altre tre su ciascuna delle barre laterali. Due protomi più grandi decorano gli angoli superiori insieme a due anatroccoli stilizzati. Due figure umane stilizzate fiancheggiano la briglia.
L’uccello acquatico è un tema centrale nelle produzioni etrusche, soprattutto quelle legate alla sfera funeraria in quanto l’uccello è un animale in grado di volare, ma che vive anche nell’elemento acqua. Rappresenta un simbolo di passaggio da una dimensione all’altra ovvero il trapasso dal mondo dei vivi all’aldilà. Il tema dell’uccello acquatico rimanda al più antico simbolo europeo della
barca solare ovvero il carro del sole, che veniva trainato nel suo corso da uccelli. È un motivo in cui il sole rappresenta la ciclicità e l’alternanza delle stagioni, dove il mondo dei morti era in un’altra dimensione, dimensione verso la quale il sole puntava al termine del suo percorso. Gli uccelli dovevano assolvere la funzione di traghettatori dell’anima, motivo per il quale sono largamente presenti nelle produzioni etrusche a partire dalle decorazioni dei tetti delle urne cinerarie.











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