Fibule teriomorfe

Le fibule teriomorfe sono fibule in bronzo con arco configurato ad animali, felino, cervo, cavallino e altri spesso direi difficili da identificare- Come vedete ho messo a confronto una fibula da Pithecusa dalla famosa tomba 325 della necropoli di S. Montano associata allo scarabeo di Bocchoris databile all’ultimo decennio dell’VIII, e altre di cronologia ascrivibile a VIII e VII sec.a.C.: una fibula da Pontecagnano, una da Calatia (necropoli SO tomba 135) e infine una fibula dalla Tomba del Guerriero di Tarquinia.

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Scheda Archeologica

Durante l’VIII sec. a.C. compaiono nella penisola italiana le prime ambre figurate. La scimmia accovacciata con la testa di cane è il soggetto più ricorrente e ha una lunga storia che inizia nel Vicino Oriente ed in Egitto nel IV millennio a.C.. I Fenici poi ne diffondono l’iconografia in Etruria attraverso il loro commercio di amuleti egizi o egittizzanti. Era considerata sacra a Thoth e in quanto emblema del dio incarnava il principio di equità di giudizio per l’anima dei defunti. Raffigurazioni animali compaiono anche su una classe di fibule, ossia spille, in bronzo o argento attestate in Italia meridionale dall’VIII sec. a.C.. L’arco delle spille è configurato a leoncino, a due teste di leoni retrospicenti, a cavallino, cervo, grifone, sfinge e cane e altri animali non identificabili. A Pitecusa (Ischia) sono ricorrenti nelle tombe di bambini forse per una funzione protettiva per la loro precoce scomparsa. Le divinità eigie spesso erano una combinazione di essere umano e animale pertanto è ipotizzabile che in queste fibule gli animali siano rappresentazioni di divinità.

Materiali e Tecnica

II gioielli sono in argento italiano 925 rodiato/ bronzo placcato d’oro 18 Kt

La lavorazione nasce da un modello in cera realizzato a mano e trasformato in metallo mediante l’antica tecnica della fusione a cera persa. Con le nuove cere ricavate dal calco del prototipo si  ottengono nuovi prodotti di fusione che vengono poi rifiniti e lucidati a mano. Il filo dell’ago viene rastremato e appuntito per limatura a mano e poi saldato al corpo della spilla. La lavorazione termina con la rodiatura/doratura.

 

 

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