Approfondimento della dott.ssa archeologa Francesca Deriu
Il pendente trae ispirazione dal Gold(en) Ibex (stambecco d’oro), oggi conservato al Museo Preistorico di Thera. Il reperto fu rinvenuto nel 1999 ad Akrotiri, sull’isola di Thera (Santorini), e si colloca nel contesto della civiltà minoica, fiorita tra il III e il II millennio a.C.
Akrotiri, città straordinariamente preservata sotto la cenere vulcanica della terribile eruzione collocabile nel
XVII o XVI secolo a.C., fu riportata alla luce negli anni Sessanta del secolo scorso dall’archeologo greco Spyridon Marinatos.
Il reperto in esame, datato al XVII sec. a.C., costituisce un unicum assoluto, essendo il solo oggetto in metallo prezioso rinvenuto nell’intero sito. La violenta eruzione di Santorini fu preceduta da numerosi terremoti, che causarono gravi danni agli edifici e spinsero gli abitanti a un’evacuazione tempestiva. Questa circostanza spiega l’assenza di corpi e di manufatti preziosi, in netto contrasto con quanto osservato a Pompei, dove numerosi secoli dopo la popolazione fu colta di sorpresa dall’eruzione improvvisa.
Lo stambecco d’oro fu ritrovato in un contenitore deposto su un accumulo di detriti. La sua sopravvivenza ha suggerito agli studiosi l’ipotesi che fosse stato lasciato intenzionalmente, forse come offerta apotropaica, con la funzione di scongiurare gli influssi maligni e placare le divinità in un momento di grande crisi.
Dal punto di vista tecnico, il manufatto, lungo 11 cm e dal peso di180 g, fu realizzato mediante martellatura e
cesellatura, procedimenti che consentono di modellare il metallo con grande precisione.
La combinazione di queste tecniche ha prodotto una resa naturalistica sorprendente, con dettagli accurati come la curvatura delle corna, che testimonia la capacità degli artigiani egei di osservare e riprodurre fedelmente la fauna locale.
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