Nodo di Ercole

Fra i nodi questo è l’unico a prendere il nome da una figura mitologica, si ipotizza per l’iconografia della legatura della leontè – la pelle del leone Nemeo ucciso e scuoiato da Ercole in una delle sue dodici fatiche – davanti la gola dell’eroe o anche a quella della regina di Lidia, Onfale, quando per sottometterlo e umiliarlo veste i suoi panni.

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Scheda Archeologica

📚Approfondimento dell’archeologa dott.ssa Pamela Cerino:
“Il nodo sia fisicamente che simbolicamente è l’elemento di giunzione fra due estremità, per questo sin dal passato ha rappresentato metaforicamente l’infinito. Simbolo di buon augurio come ci ricorda Festo, è stato a lungo celebrato per le sue proprietà contenitive tanto da venir consigliato da Plinio per le fasciature delle ferite. Fra i nodi questo è l’unico a prendere il nome da una figura mitologica, si ipotizza per l’iconografia della legatura della leontè – la pelle del leone Nemeo ucciso e scuoiato da Ercole in una delle sue dodici fatiche – davanti la gola dell’eroe o anche a quella della regina di Lidia, Onfale, quando per sottometterlo e umiliarlo veste i suoi panni.
La presenza del nodoi su ornamenti così come in decorazioni musive o pittoriche viene considerata di buon auspicio per la fertilità degli sposi, tanto da essere noto anche come nodo d’amore, sia per via del fatto che è formato da due corde intrecciate molto saldamente, sia per il legame con la nota fecondità di Ercole ricordato come “septuaginta liberos reliquit” per i suoi settanta figli.

In oreficeria sembra esser noto sin dall’età del Bronzo, ma due periodi in cui visse l’apice di utilizzo furono l’età ellenistica e l’epoca romana tra II e III sec. d.C. Conosciuto principalmente per il suo utilizzo per maglie di catene dove figura intervallato in genere da fixing-links, ad oggi è documentato su collane, bracciali, anelli e su ipotetici diademi, come nel diadema rinvenuto a Colonna (RM) nell’anno 2011 dove il nodo viene rappresentato in verticale, unico caso noto, essendo ad oggi documentato sempre in maglie orizzontali. Fra gli innumerovoli richiami all’eroe recuperati durante gli scavi nel sito di Ercolano va ricordato l’anello rinvenuto nella casa del Mobilio carbonizzato, in cui il nodo viene raffigurato su una corniola, ma anche il bracciale in argento rinvenuto sull’antica spiaggia in cui più nodi decorano la sezione centrale di questo oggetto d’ornamento”.

Materiali e Tecnica

II gioielli sono in argento italiano 925 rodiato/ brone/bronzo placcato d’oro 18 Kt

La lavorazione nasce da un modello in cera realizzato a mano e trasformato in metallo mediante l’antica tecnica della fusione a cera persa. Con le nuove cere ricavate dal calco del prototipo si  ottengono nuovi prodotti di fusione che vengono poi rifiniti e lucidati a mano. La lavorazione del metallo termina con la rodiatura/doratura. Per la collanail nodo è montato ad una catenina veneziana da 45 cm con punto luce. Per gli anelli si propone una selezione di gemme naturali quali zaffiro, smeraldo, ametista e rubino.

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